Arrivati i bambini scappati dalla guerra. Il sindaco di Ercolano li accoglie, emozionato, a nome della città
Ciro Buonajuto: “Servono tante famiglie pronte a offrire amore”
La guerra ce l’hanno negli occhi. I bimbi scappati dall’inferno e arrivati a Ercolano domenica 6 marzo, all’alba, hanno pianto. Qualcuno ha sorriso. Molti sono andati incontro alle famiglie ospitanti spalancando le braccia, come se fossero la mamma e il papà che non vedevano da tempo. Altri, stremati, sono rimasti impassibili, forse pietrificati dal dolore. Per tutti, però, l’arrivo in Italia, dopo due giorni di viaggio interminabile e poco più di una settimana di fuga dalle bombe, ha significato liberazione dalla paura. Sollievo. Forse, anche amara felicità. Di sicuro per le famiglie di Ercolano e di Torre del Greco che hanno accolto circa quaranta bambini e una decina di donne adulte arrivate dall’Ucraina, sarà una domenica di festa.
Ad accogliere i primi rifugiati arrivati con l’autobus dell’associazione Uniti per la Vita, pochi minuti dopo le sei del mattino, alla parrocchia del Redentore, c’erano il sindaco, Ciro Buonajuto con la fascia tricolore e il consigliere comunale Ciro Santoro appena rientrato dalle zone di guerra. La loro presenza è stata più che simbolica. Ha significato dire: tutti i cittadini di Ercolano, oggi, sono qui con voi. I rappresentanti delle istituzioni che hanno lavorato al fianco dei volontari per portare in Italia i rifugiati, hanno voluto rassicurare così piccoli e grandi.
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Al loro fianco, in prima fila, la Croce Rossa Italiana che ha eseguito il tampone anti Covid a tutti gli ospiti; il presidente dell’associazione Uniti per la Vita, Nicola Florio che ha affrontato con il consigliere comunale Ciro Santoro il viaggio di andata e ritorno; i responsabili dell’associazione Anchioleali di Torre del Greco, Rosario Rivieccio e Cinzia Falbo; i volontari della parrocchia del Redentore.
“Accoglierli, per me, è stato un misto di emozione e preoccupazione”, dice il sindaco “Ho voluto portare i miei figli per far capire loro quanto sono fortunati e privilegiati. È stata un’esperienza forte per tutti noi: vedere i bambini orfani abbracciare persone sconosciute come se fossero i loro veri genitori, è un’emozione che non riesco a descrivere. Ma sono anche preoccupato: il Comune di Ercolano sta facendo la sua parte e continuerà a farla. Ma le altre istituzioni devono fare la loro: i bambini che abbiamo strappato alla guerra, devono essere acconti nel tessuto sociale, devono interagire con la città, frequentare la scuola, avere una copertura sanitaria. Mi auguro che al più presto si faccia un protocollo nazionale”.
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Il sindaco Ciro Buonajuto conclude il momento di accoglienza lanciando un appello: “Chi più ha, più deve dare. Servono famiglie, tante famiglie, pronte a offrire amore”.