Bimbi in fuga dalla guerra, senza documenti, bloccati in Ungheria. I volontari: “Ci trattano come criminali”
Ercolano, l’allarme lanciato dal presidente dell’associazione Uniti per la Vita, Nicola Florio: “Chi può ci aiuti”
Aggiornamento ore 5.40: L’autobus è ripartito. Dopo una notte trascorsa negli uffici della polizia ungherese, grazie all’intervento del console italiano, i bambini con le loro mamme e le nonne sono stati autorizzati a lasciare il Paese. Attualmente sono in viaggio verso l’Italia.
Un autobus partito dalla Polonia e diretto a Ercolano, con 54 persone a bordo – di cui almeno 40 bambini in fuga dalla guerra – è stato bloccato dalla polizia in Ungheria. Un controllo iniziato nel pomeriggio di venerdì 4 marzo che rischia di prolungarsi per tutta la notte: quello che infatti sembrava una verifica di routine, si sta trasformando in un incubo per piccoli e grandi rimasti al freddo, senza cibo e senza acqua.
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È Nicola Florio, presidente dell’associazione Uniti per la Vita partito il 3 marzo da Ercolano alla volta della Polonia, a lanciare l’allarme direttamente dal confine ungherese: “Prima ci hanno fatto scaricare dall’autobus alimenti, farmaci e vestiti che abbiamo raccolto in Italia per la casa famiglia che in Polonia si prende cura dei minori in difficoltà. Poi hanno controllato i documenti. Purtroppo, però, alcuni bambini, ma anche le nonne e le mamme che sono scappate mentre erano in atto i bombardamenti, ne sono sprovvisti. Questo particolare ha innescato una serie di verifiche che hanno favorito ritardi a catena. Dopo quattro controlli, in serata è salito a bordo un poliziotto che ci guarda a vista. Scortati da una macchina della polizia, siamo stati accompagnati in un altro ufficio dove decine di persone sono in fila per il riconoscimento: ci stanno trattando da criminali”.
I bambini provenienti dalla regione di Kiev, già stremati dalla paura e dalla guerra, dovevano arrivare a Ercolano nel pomeriggio di sabato 5 marzo: qui li attendono le famiglie che hanno dato disponibilità ad ospitarli.
“Non sappiamo che cosa succederà e quanto tempo ancora dovremo aspettare prima di ottenere il lasciapassare”, conclude Nicola Florio che lancia un appello disperato. “Chi può ci aiuti”.
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Per sbloccare la situazione bisogna chiamare l’ambasciata italiana in Ungheria e farsi riconoscere come associazione di aiuti umanitari. Ambasciata d’Italia in Budapest
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1143 Budapest (Ungheria)
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