Ponte Morandi, il monito del sacerdote:”Ci penserà Dio a fare giustizia”
Torre del Greco, cerimonia commemorativa nel secondo anniversario della tragedia per ricordare le 43 vittime
Due anni dopo, alle 11,36, il mondo si è fermato di nuovo. Con l’urlo delle sirene che, all’unisono, di fronte al mare, rompono il silenzio per dare voce al dolore che brucia come sale sulle ferite, Torre del Greco ha rivissuto il dramma delle quarantatré famiglie che nel crollo di Ponte Morandi a Genova hanno perduto figli, genitori, fratelli, cugini, amici. Alla cerimonia di commemorazione organizzata dall’associazione Sviluppo Area Porto al Belvedere di corso Umberto, lo strazio si è rinnovato nel ricordo di Giovanni Battiloro, Matteo Bertonati, Antonio Stanzione e Gerardo Esposito, i quattro ragazzi di Torre del Greco che su quel ponte hanno perso la vita mentre andavano in vacanza. Un dolore composto che, oltre ai familiari dei giovani, ha visto in prima fila, con la fascia tricolore, il sindaco Giovanni Palomba, la consigliera regionale Loredana Raia e rappresentanti delle forze dell’ordine: polizia, guardia di finanza e, dal mare, una motovedetta della guardia costiera.
“La nostra città non dimentica Antonio, Gerardo, Giovanni e Matteo: i nostri quattro angeli continuano a vivere nel cuore del popolo torrese”, dice il sindaco Giovanni Palomba. “Torre del Greco continua a dimostrarsi una comunità salda e compatta intorno ai propri valori; gli stessi che non ha mai smarrito e sui quali ha, invece, fondato la propria identità. Sono qui insieme ad altri esponenti istituzionali per stringerci, come una sola grande famiglia, intorno al dolore dei genitori di quei ragazzi che, con profonda sofferenza, ma anche con fermo decoro attendono gli esiti della giustizia per avere il conforto della verità. A loro, e agli amici tutti di Antonio, Gerardo, Giovanni e Matteo, la vicinanza e la solidarietà dell’intera amministrazione comunale”.
Dopo la deposizione di una corona di fiori bianchi alla base della lapide, c’è stata la benedizione del parroco di Portosalvo, don Daniele Izzo che ha concluso la cerimonia con queste parole: “Abbiamo la responsabilità di fare giustizia, di fare luce sulla tragedia che ci ha sconvolto. Se non ci riuscirà l’uomo sarà Dio a farlo. Però, Antonio, Giovanni, Matteo e Gerardo rimangono in noi tutti i giorni: chi muore su questa terra vive nel cuore di chi resta. Ma i nostri figli sono morti nel corpo non nel loro spirito e per questo vivono d’amore”.