Le forze dell’ordine cantano l’Inno di Mameli ai malati di Covid e ai medici che li curano
Omaggio con sirene spiegate all’ospedale di Boscotrecase
Si vede una luce, dal fondo delle camere, che si agita nel buio della notte. La governa la mano di una figura indistinta che, come un segnale morse, lancia un messaggio di riconoscenza e amore al mondo che assiste, impotente e commosso, alla sofferenza, all’isolamento forzato.
Da quest’altra parte, sul piazzale d’ingresso dell’ospedale Sant’Anna di Boscotrecase, ci sono loro: uomini e donne in divisa che, accendono i lampeggianti di volanti e gazzelle; spiegano le sirene e rendono omaggio ai malati, ai medici e agli infermieri che stanno lavorando senza sosta per vincere la battaglia contro il nuovo Coronavirus che si sta prendendo la vita di migliaia di persone.
L’emozione più forte, intorno alle 20 di giovedì 2 aprile, arriva sulle note dell’Inno di Mameli, con carabinieri, guardia di finanza, polizia di Stato e municipale che cantano a squarciagola con la mano sul cuore, il brano che ci fa sentire davvero fratelli d’Italia. I pazienti accendono la notte con le luci dei cellulari; gli operatori sanitari ingoiano lacrime. Il dolore è una lama che trapassa il cuore e, in un momento così, le parole non bastano a raccontare lo strazio di chi vive nell’attesa di sapere se ci sarà un domani.