De Luca scrive al premier Conte: “Siamo a un passo dalla tragedia”
Il Governo sottovaluta il rischio al Sud: ospedali senza forniture essenziali
È una lettera che sa di rabbia e di paura quella che il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro della Salute, Roberto Speranza, per chiedere aiuto al Governo sull’epidemia che “al Sud sta per esplodere in maniera drammatica”.
Poche righe nelle quali annuncia, senza mezzi termini, che “i prossimi dieci giorni saranno da noi un inferno“. E aggiunge: “Siamo alla vigilia di una espansione gravissima del contagio, al limite della sostenibilità. La prospettiva, ormai reale, è quella di aggiungere alla tragedia della Lombardia quella della del Sud. Per noi è questione di ore, non di giorni. Abbiamo fatto, con migliaia di operatori, sforzi giganteschi per poter reggere, ma non si può scavare nella roccia con le mani nude“.
Il governatore della Campania, senza risparmiare accuse, punta l’indice contro “il livello di sottovalutazione gravissimo” da parte del Governo che in queste settimane ha fatto mancare le “forniture essenziali per il funzionamento dei nostri ospedali”, visto che da Roma “è arrivato quasi nulla”.
“Non si è compreso“, attacca ancora De Luca “che gli obiettivi strategici sono due: contenere il contagio al Nord; impedire la sua esplosione al Sud. In queste condizioni ci avviamo verso una tragedia doppia. Dopo aver creato decine di posti letto nuovi per la terapia intensiva, rischiamo di non poterli utilizzare per mancanza di forniture essenziali: zero ventilatori polmonari; zero mascherine P3; zero dispositivi medici di protezione. A fronte di un impegno ad inviare in una prima fase 225 ventilatori sui 400 richiesti e 621 caschi C-pap, non è arrivato nulla“.
Numeri drammatici che spingono Vincenzo De Luca a dire che “siamo ad un passo dalla tragedia“. Una prospettiva da brividi. Ne è certo il governatore della Campania che conclude la lettera asserendo che, se il Governo continuerà ad essere assente e a ignorare la richiesta di aiuto e di rifornimenti, “non ci resterà che contare i nostri morti”.